Risultati prova sperimentale su contenuto di nitrati in rucola coltivata con diversi metodi agricoli, tra cui il metodo agricolo biologico – omeodinamico sviluppato dall’Istituto EUREKA.
Sintesi del Prof. LUCIANO CECCON (Dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche dell’Università di Udine) e dott.ssa Elena Tosoratti (Istituto EUREKA).
Questa sperimentazione ha visto confluire nel lavoro della cooperativa EUREKA anche quello del Dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche dell’Università di Udine oltre che del Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali dello stesso Ateneo. A questi poi si aggiungono il dipartimento di Pordenone dell’ARPA del Friuli Venezia Giulia e l’ERSA del Friuli Venezia Giulia.
L’interesse verso i nitrati nasce nel corso degli anni ‘90 per poi svilupparsi appieno attraverso 2 regolamenti europei che hanno recepito una serie di risultati regolamentando i tenori massimi ammissibili di nitrati in determinati prodotti alimentari tra cui la rucola. Questo poiché bisogna ricordare che nel nostro stomaco i nitrati possono, in particolari condizioni, generare nitrosammine con possibili conseguenti effetti cancerogeni.
Questi livelli massimi vengono regolati attraverso rilevazioni relative al periodo invernale e al periodo estivo.
Chiediamoci ora quali sono i fattori che possono influire sul contenuto di nitrati nelle verdure?
Ad influire sono quindi:
- Modalità di coltivazione
- Caratteristiche del terreno
- Temperatura
- Disponibilità di acqua per la pianta
- Quantità di Sali presenti nel terreno
- Densità di semina
- Luminosità (anche in relazione alla stagione)
- Orario di raccolta (preferibile ritardare l’orario di raccolta)
- Altezza del taglio rispetto alla radice
- Stato di maturazione della pianta
- Tempi e condizioni di conservazione del prodotto dopo la raccolta
- Altri fattori
A partire da queste considerazioni il Dipartimento di Scienza Economiche e Statistiche ed il Dipartimento di Scienza Agrarie ed Ambientali dell’Università di Udine hanno condotto dal 2009 al 2013 una sperimentazione sul contenuto di nitrati in rucola coltivata con diversi metodi agricoli: convenzionale, biologico, biologico-omeodinamico, idroponico. Per cercare di limitare il più possibile la variabilità dei risultati si è deciso di circoscrivere il più possibile la zona geografica entro la quale reclutare le aziende agricole per la sperimentazione. Si è inoltre posto come condizione che per tutte le aziende reclutate la coltivazione fosse effettuata in serra durante 3 periodi dell’anno con metodo di irrigazione simile ed infine anche utilizzando lo stesso stock di sementi per tutte le aziende coinvolte nella sperimentazione.
Due delle aziende partecipanti a questa sperimentazione, quelle che adottano il metodo agricolo convenzionale tradizionale, hanno utilizzato fertilizzanti sintetici in quantità molto diverse l’una dall’altra. In una tabella sono stati riportati i risultati del 2009 – 2010 -2012 nei quali è emerso come, nella azienda che faceva uso di basse quantità di fertilizzanti, nel 2009 vi fossero livelli di nitrati che sono calati a picco nel 2010 a seguito della significativa riduzione dell’uso di fertilizzanti, livelli di nitrati che successivamente sono nuovamente aumentati nel 2012 a seguito di un nuovo aumento nella quantità di concimazione di sintesi.
Per la seconda azienda condotta con metodo agricolo convenzionale e che ha utilizzato importanti quantitativi di fertilizzanti di sintesi nelle annate sperimentali 2009 e 2010, i valori di nitrati rilevati nella rucola campionata sono stati al limite di quelli previsti dal regolamento dell’UE. L’anno successivo di sperimentazione, a fronte di un dimezzamento della quantità utilizzata di fertilizzanti chimici, non si è rilevata una significativa diminuzione del contenuto di nitrati nella rucola, verosimilmente per la ricchezza di fertilizzante presente nel terreno come residuo delle abbondanti concimazioni delle annate precedenti.
Il secondo metodo di coltivazione testato è stato quello biologico, quindi che non prevede l’uso di fertilizzanti sintetici, ed i livelli riscontrati di nitrati nella rucola si collocano entro il range ammesso dal regolamento UE del 2011.
Per quanto concerne il metodo biologico-omeodinamico i valori rilevati di nitrati nella rucola, delle varie annate sperimentali considerate e relativi periodi dell’anno, sono sempre entro i limiti stabiliti dalla normativa europea, pur oscillando da valori molto bassi a valori che sono circa la metà dei limiti massimi europei. Questa variabilità così spiccata in generale, e soprattutto relativamente al dato invernale relativo al 2012, è associata ad un ricambio ed una rotazione degli addetti dell’azienda biologico-omeodinamica proprio durante quel periodo di sperimentazione: questo ha inciso in modo particolare e significativo sui tempi e modalità di irrigazione anche delle parcelle sperimentali di rucola.
Ultimo metodo di coltivazione valutato nella sperimentazione è quello idroponico che si realizza su pannelli di polistirolo galleggianti in vasche di acqua nella quale vengono direttamente sciolti i principi nutritivi. La rucola coltivata con questo metodo ed analizzata per il contenuto di nitrati ha evidenziato i livelli più alti di tutti i metodi di coltivazione presi in considerazione nella sperimentazione, livelli di nitrati che si collocano tendenzialmente ai limiti superiori di quelli ammessi dal regolamento europeo. Durante le coltivazioni primaverile ed estiva i valori rilevati di nitrati in alcuni campioni analizzati hanno superato i limiti massimi della normativa UE del 2011.
Conclusioni
In generale si è riusciti ad ottenere risultati solo parziali per la ampia variabilità nei livelli di nitrati, probabilmente dovuta anche alla difficoltà di tenere sotto stretto controllo tutti i diversi fattori che influenzano il contenuto di nitrati nella rucola, e ciò dovuto ad esigenze commerciali o tradizionali delle aziende oggetto di questa sperimentazione (es. ombreggiature o adacquamento).
Non è stata osservata una relazione univoca tra livello di nitrati e periodo di coltivazione (primaverile, estivo, autunnale).
E’ emersa una relazione tra contenuto di nitrati nella rucola e quantità di fertilizzanti utilizzata.
I livelli complessivamente più bassi di nitrati sono stati osservati nella rucola coltivata con metodo omeodinamico, i livelli complessivamente più alti nella coltivazione con metodo idroponico
Il livello di nitrati nella rucola in alcuni casi è stato superiore al tenore massimo ammissibile previsto attualmente dal Regolarmento UE del 2011, in particolare nel caso della coltivazione idroponica nel periodo estivo e in quella della coltivazione convenzionale che utilizza abbondanti quantità di fertilizzanti.
I risultati fin qui ottenuti sono interessanti. Tuttavia è opportuno proseguire la sperimentazione, sempre in base alla disponibilità delle aziende che fin qui hanno collaborato alla sperimentazione.
Ove possibile, tenendo conto delle esigenze operative ed economiche delle aziende coinvolte, sarebbe opportuno cercare di migliorare il controllo dei fattori che influenzano il contenuto di nitrati nella rucola, ed in particolare la modalità e tempistica di irrigazione. L’irrigazione infatti si è dimostrata essere fattore che influenza in modo significativo il contenuto di nitrati nella rucola anche all’interno dello stesso metodo di coltivazione.
Il coordinamento del Convegno è stato affidato a Enzo Nastati, Presidente dell’Istituto Internazionale di Ricerca Eureka.